Furti nel Retail 2025: Crescono le Perdite e Cambiano le Strategie di Sicurezza

Il Barometro dei Furti nel Retail 2025 fotografa una realtà sempre più complessa per i retailer italiani: 4,12 miliardi di euro in perdite, pari all’1,2% delle vendite annue. E il problema non riguarda più solo i taccheggiatori occasionali: aumenta anche la minaccia interna e la violenza verso il personale.

Differenze inventariali: un fardello da 107 euro a cittadino

Il dato più eclatante dell’edizione 2024 del Barometro dei Furti nel Retail, realizzato da Checkpoint Systems Italia in collaborazione con NielsenIQ, riguarda il costo medio delle differenze inventariali: ben 107 euro per cittadino. Una perdita che pesa enormemente sui margini aziendali e che, in un contesto economico già fragile, mette a rischio la sostenibilità di molte realtà commerciali.

Nel dettaglio, la perdita media per i retailer italiani è pari all’1,2% dei ricavi annui, una percentuale che può sembrare bassa… ma che in termini assoluti significa 4,12 miliardi di euro andati in fumo.

Il Retail sotto assedio: taccheggi esterni in aumento, ma crescono anche quelli interni

Le cause delle perdite sono molteplici, ma la più significativa resta il taccheggio da parte dei clienti: responsabile del 53% del totale. Una tendenza in crescita, percepita dall’84% delle aziende coinvolte.

Ma attenzione: anche i furti interni, ossia quelli commessi dai dipendenti, costituiscono una fetta importante (21%). A questi si aggiungono:

  • 15% per errori dei fornitori
  • 11% per errori amministrativi

In poche parole? Non solo il cliente “furbetto” è una minaccia, ma anche le falle nei processi interni o la mancanza di controlli accurati.

L’inverno è la stagione del taccheggio

I furti si verificano durante tutto l’anno, ma è l’inverno il momento più critico. Il 28% degli episodi si concentra proprio nei mesi più freddi, quando l’afflusso nei negozi cresce e, con esso, le opportunità di occultare la merce sotto cappotti e borse.

I settori più colpiti: il Food al primo posto, seguito da Health & Beauty

Alcuni reparti risultano più vulnerabili di altri. Ecco i più bersagliati:

  • Food Retail – 45% delle perdite totali
  • Health & Beauty – 19% (prodotti viso, corpo, igiene, make-up)
  • Tessile e abbigliamento – 14%
  • DIY e fai-da-te – 7%
  • Elettronica – 5%

Ma anche settori “insospettabili” come prodotti per animali da compagnia e articoli da cancelleria non sono immuni.

I prodotti più rubati? Quelli di uso quotidiano

Il Barometro evidenzia un dettaglio interessante: i prodotti più rubati sono beni di largo consumo, spesso a basso valore ma ad alta rotazione. Ecco qualche esempio:

Food & Beverage

  • Tonno (+90%)
  • Formaggi (+60%)
  • Vini e alcolici (+90%)
  • Caffè (+70%)
  • Salumi (+40%)

Health & Beauty

  • Prodotti viso e corpo (+80% e +60%)
  • Rasoi, deodoranti, dentifrici (+70%)
  • Make-up (+90%)

Pet Care

  • Cibo umido e secco
  • Articoli per l’igiene animale

Tessile e Casa

  • Intimo, t-shirt, scarpe
  • Candele, profumatori, utensili da cucina

Elettronica & DIY

  • Pile, lampadine
  • Cuffie, accessori smartphone, smartwatch

Il nuovo fronte caldo? Il self-checkout

Le aree self-checkout si stanno rivelando un punto critico: 79% dei retailer le utilizza, ma oltre il 30% ha dovuto allocare risorse specifiche per monitorarle. Secondo le aziende, il rischio di furto in queste aree è più elevato rispetto alle casse tradizionali.

Per fronteggiare il problema, il 32% dei retailer ha potenziato i controlli, mentre l’83% ha investito in sicurezza con:

  • Telecamere intelligenti
  • Addetti alla vigilanza
  • Sistemi antitaccheggio
  • RFID

Chi sono i taccheggiatori?

L’identikit tracciato dall’indagine è piuttosto chiaro:

  • Età tra i 18 e i 50 anni (68%)
  • Minori (16%) e over 50 (16%) minoranza
  • 54% sono recidivi
  • 53% agiscono da soli, il resto in gruppi organizzati

E non è solo una questione economica. L’84% delle aziende ha rilevato un aumento delle aggressioni verbali o fisiche verso il personale. Il 68% dichiara di aver formato gli addetti per gestire situazioni critiche, ma il 53% segnala difficoltà nel trovare risorse specializzate nella sicurezza.

Come stanno reagendo i retailer?

Il settore Retail non è rimasto a guardare. Ecco le principali strategie adottate:

Misure tradizionali

  • 95% videocamere e addetti dedicati
  • 89% sistemi antitaccheggio
  • 84% spider wrap, collari e box in policarbonato

Tecnologie emergenti

  • 37% utilizza già RFID
  • 21% ha introdotto cestini RFID
  • 60% interessato a RFID + AI

Il potenziale dell’RFID è enorme: il 74% dei retailer ne riconosce l’utilità per tracciabilità, sicurezza e visibilità a magazzino.

Le parole di Checkpoint Systems

“Le perdite da taccheggio e differenze inventariali rappresentano un impatto economico significativo, ma il settore sta dimostrando una forte capacità di reazione”, ha dichiarato Davide Raduazzo, Direttore Commerciale di Checkpoint Systems Italia.

“L’evoluzione verso tecnologie avanzate come l’RFID e l’intelligenza artificiale segna un cambio di passo importante: strumenti che non solo rafforzano la sicurezza, ma migliorano l’efficienza e la tracciabilità lungo tutta la filiera”.

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FAQ – Domande frequenti

1. Perché i self-checkout sono più a rischio?
Perché spesso mancano controlli visivi diretti, lasciando spazio a furti rapidi e mirati.

2. Cos’è la tecnologia RFID?
È un sistema di identificazione tramite radiofrequenza che permette di tracciare in tempo reale i prodotti, migliorando sicurezza e gestione dell’inventario.

3. Quali sono i prodotti più rubati?
Alimenti confezionati, prodotti beauty, accessori elettronici e articoli di uso quotidiano.

4. È utile formare il personale alla sicurezza?
Assolutamente sì: un dipendente formato può prevenire furti, gestire conflitti e segnalare anomalie.

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